INDONESIA
OLTRE L'OBIETTIVO
JAKARTA
Un traffico di speranze.
Pochi metri separano maestosi grattacieli di vetro lucente da basse case dai muri scrostati, che sgomitano in stretti vicoli. È facile l’associazione alla paradossale vicinanza di ricchezza e povertà. Gli abitanti locali ci ricordano che non è sempre questione di ricco o povero, ma di economico e costoso. Si tratta dello stile di vita che le persone scelgono di condurre. Quanto un lussuoso appartamento ci rende più felici? E a cosa dobbiamo rinunciare per vivere una vita guardando dall’alto? Non siamo e, non diventeremo, le cose che ci circondano, quelle che pensiamo di possedere.








YOGYAKARTA
Condivisione e ricerca.
Terra rossa e strade consumate. Una massa di motorini che scivola come sabbia tra le macchine ferme. Luci intermittenti e stanche che illuminano i quartieri commerciali. Le persone mangiano insieme, e ognuno porta una pietanza. Si spostano insieme, e ognuno accompagna un amico. Pregano insieme, e ognuno condivide la sua domanda. È la ricerca di risposte che accomuna i diversi luoghi della città. L’Università, la Moschea, il Teatro, ma soprattutto le persone. A cena, seduto sul pavimento dell’unica stanza della casa, un ragazzo chiede ai suoi amici: “Cosa è giusto per me? Chi voglio essere?”. Quando si accetta di non essere nulla, allora si può iniziare veramente a cercarsi.












TEMPLI
Cambiamento.
Si avverte un’aria di passato e avventura. È incredibile quello che l’uomo ha costruito negli anni, aumentando a dismisura le sue capacità e risorse. Ma quello che un tempo rappresentava la massima ambizione, ora contrasta con la moltitudine di turisti, che guardano il mondo attraverso la fotocamera del proprio smartphone. L’imponente Tempio diventa una piccola riproduzione digitale condivisa in un istante con il mondo intero. Un rapido flusso di immagini che scorre davanti a milioni di occhi distratti. Tutti guardano, nessuno osserva.
Il tempo ha ormai cambiato la forma alla pietra, ma restano alcuni esempi di rituali e preghiera. In fondo c’è ancora chi attinge al passato e lo rivive oggi, grazie a queste gigantesche porte temporali. Il tempo non crea e non distrugge, trasforma e insegna.










VULCANI
Appartenenza.
Fonte di ricchezza e di distruzione. Gli abitanti dei villaggi che risiedono a valle dei vulcani conoscono bene la mutevole natura della loro terra. I turisti hanno la fortuna di ammirare i vulcani scegliendo tempo e luogo. Si parte per la scalata qualche ora prima dell’alba. Con il sorgere del sole, si apre il sipario su una vista che lascia senza parole e in cui l’occhio si perde e annega. Una luce surreale avvolge il panorama in ogni direzione. Perché si ricerca ancora il bello e la felicità, dopo aver sperimentato tanto appagamento per la mente? La risposta sembra provenire dagli sguardi dei locali. Sguardi di attesa, non di pienezza. Sguardi di contemplazione e di speranza, non di serenità. Quello che sembra essere il luogo più incredibile sulla faccia della terra, è semplicemente casa per chi ci abita. E casa vuol dire lavoro, vuol dire responsabilità e vuol dire prendersi cura di qualcosa. Il ragazzo che ogni giorno trasporta decine di persone, una ad una, con la sua vecchia moto in cima al sabbioso cratere. La madre che si mette al servizio della moltitudine di turisti per mantenere la sua famiglia. Anche a loro brillano gli occhi alla vista di questo panorama? Forse sarebbe meglio non ricercare la felicità solo nella vista di un paesaggio, ma nel viverlo e condividerlo insieme ai suoi abitanti.











